Non poteva mancare nel nostro itinerario la visita al Castello di Himeji. La nostra base di partenza è stata Osaka dove abbiamo preso un treno speciale, non per la tratta, ma per l’allestimento a tema Hello Kitty che fortunatamente era programmato quel giorno ed in un orario per noi comodo.
Giunti in stazione ad Osaka l’emozione mia e di Alice era incredibile, sul binario il nostro treno in bellavista. Dopo un viaggio di circa mezz’ora siamo scesi a Himeji. Per raggiungere il castello si può prendere un bus oppure fare una passeggiata di circa venti minuti, sempre dritto. Il castello apparirà proprio di fronte.
Noi abbiamo fatto un piccolo stop per uno spuntino a base di bastoncini fritti di formaggio e non so cos’altro ma erano davvero buoni.
Prima di raggiungere l’ingresso si nota subito l’imponenza della struttura. L’edificio principale ha 6 piani ed adiacenti ci sono delle torri minori. Per la sua estrema eleganza è chiamato anche “Airone bianco”.
Il castello di Himeji è tra i pochi ad essere sfuggito ad incendi e guerre, è stato ricostruito una sola volta nel 1600. Nel 1993 è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco.
Superato l’ingresso, una grande porta in legno adiacente ad un fossato ricco di carpe, abbiamo spalancato gli occhi, sia per il castello stesso che per diversi ciliegi ancora in fiore.
Per accedere al parco non è necessario acquistare un biglietto che è invece richiesto per percorrere le stradine che portano all’edificio principale ed all’interno.
Biglietti
Ci sono due tipi di biglietto: solo il castello di Himeji oppure il biglietto combinato che include i giardini Koukoen. Noi abbiamo optato per quest’ultimo.
Segnalo che in biglietteria accettano i pagamenti con le carte di credito
Prezzi per il solo castello:
adulti 1000 yen
bambini 300 yen
Prezzi per il biglietto combinato:
adulti 1040 yen
bambini 360 yen
L’interno
Il castello all’interno è spoglio, come tutti i castelli giapponesi, ma è molto bello ammirarne la struttura in legno
.Le scale sono percorribili da adulti e bambini. Ho visto anziani e bambini piccoli ma personalmente non lo consiglio in questi casi, potrebbe essere faticoso. I piani del castello, come detto, sono sei e man mano si sale si restringono. All’ultimo piano c’è un piccolo santuario ed una bella vista dalle piccole finestre.
Si entra senza scarpe che si portano con sè in un sacchetto che poi si riconsegna. Ottimo per evitare spreco e per l’ambiente 🙂
Dopo il castello, un po’ di relax al parco, tante foto ed il primo shopping alle macchine automatiche che distribuiscono i gelati! In seguito abbiamo raggiunto i giardini.
Giardini Koukoen
Per accedere ai giardini bisogna uscire dal castello e percorrere la strada che costeggia il fossato, poco dopo c’è l’ingresso.
All’interno dei giardini c’è un percorso da seguire, regna una pace ed un silenzio assoluto interrotto solo dal fruscio e dallo scorrere dell’acqua. Diverse aiuole, alberi e laghetti con i ponticelli si susseguono in uno spettacolo unico. I giardini, separati tra loro in distinti ambienti, sono nove. Non saremmo più uscite.
Per la visita del parco, del castello e dei giardini abbiamo speso 4 ore facendo con calma. Il percorso da e per la stazione lo abbiamo fatto a piedi.
Altre informazioni sul castello e su cosa poter visitare a Himeji sono disponibili sul sito dell’ente del turismo giapponese.
Deve esser stata una bellissima giornata! A me il Giappone mi ispira moltissimo, ha delle differenze così marcate da noi che mi incuriosiscono da matti.
Che meraviglia! Solo a leggere la descrizione dei laghetti e dei ponticelli mi sento rilassata. E poi la fortuna di aver visti i ciliegi fioriti!
Io adoro i giardini e, dalla tua descrizione, quello di KouKoen sembra essere magnifico: natura, pace e armonia. Deve essere stata un’esperienza indimenticabile 🙂
Che meraviglia! Quando riuscirò ad andarci sicuramente opterò anch’io per il biglietto che comprende anche la visita dei giardini, sono così belli e curati i giardini giapponesi!
Bellissimo il castello di Himeji! Lo abbiamo visitato in una giornata di pioggia, ma quando abbiamo finito la visita il tempo per fortuna si è un po’ calmato e siamo riusciti a vedere anche un po’ dei giardini.
Quello che ci è piaciuto di più di questo castello, oltre a tutta la sua storia, sono le leggende a cui è legato in particolar modo la storia di Okiku (a cui si è poi ispirato il film horror “The ring”).
Mi ispirano un sacco i castelli asiatici: sono particolari in quanto a costruizione e pensiero per i quali sono sorti.